LADAKH
 
"Il piccolo Tibet"

 
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Leh

Capitale tra le nuvole

Arrivando a Leh il cielo, così azzurro e terso a questa altitudine, ci rasserena; il sole, alto nel cielo, ci riscalda: le temperature, comunque miti durante l’estate, permettono di raccogliere frutta e ortaggi, oltre che fornire pascoli per l’allevamento.

Un primo sguardo frettoloso ci fa subito individuare i primi segni della globalizzazione: i jeans sono un capo di abbigliamento ambito, soprattutto dai ragazzi, che lasciano volentieri il costume tradizionale, prima delle donne, per vestire all’occidentale.

Troviamo tanti ragazzi a Leh, piu’ o meno giovani: arrivano da tutto il mondo e trascorrono qui le loro vacanze, attirati dalla cultura, dalla religione, dalla serenità di questo magico paese.
Ai meno giovani tra noi torna alla memoria il magico mondo dei “figli dei fiori”, che sopravvive oggi solo in piccole enclaves come Leh, Goa o Pushkar nel Rajastan.

Leh è la più grande città del Ladakh, situata a circa 3.500 m di altitudine; si ha bisogno di tempo per acclimatarsi prima di partire alla scoperta dei monasteri buddisti, denominati "Gompa", che caratterizzano il paesaggio ladako e trasmettono il nome al villaggio che vi si sviluppa attorno.

Il Monastero Sankar appartiene alla scuola di Buddismo Tibetano Gelukpa ed è un ramo del Monastero Spituk, il più importante di tutto il Ladakh. Shanti Stupa è stato costruito da una comunità giapponese buddista e fu inaugurato dal Dalai Lama nel 1985. Leh Gompa, costituito da 9 piani, fu costruito dal re Singey Namgyal all’inizio del XVII secolo dopo Cristo. Shey, situato su una collina di bianche rocce cristalline a 15 km sud di Leh, è l’antico palazzo estivo dei sovrani ladakhi, eretto verso il 1430. Thiksey Monastery è a 3 km da Shey ed è considerato il più bello tra tutti i monasteri del Ladakh.

I monasteri sono i principali centri di aggregazione, dove i pochi abitanti della regione (circa 2 per chilometro quadrato) si radunano per cerimonie e manifestazioni. Durante i numerosi festival si può assistere alle tradizionali danze sacre, nel corso delle quali si ha un sincretismo tra intenti di trasmissione della cultura e divertimento.





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